Creator economy: audizione su indagine conoscitiva inerente ai compensi degli artisti delle piattaforme streaming
Durante l’audizione parlamentare tenutasi il 6 giugno scorso davanti alla settima Commissione permanente istituita presso il Senato della Repubblica, avente ad oggetto i compensi degli artisti delle piattaforme streaming, Assoinfluencer, associazione costituita per rappresentare la categoria degli influencer e, più in generale, dei professionisti della creator economy, ha formulato alcune proposte per la regolamentazione di un settore “che al momento vive grandi incertezze”.
In primo luogo, l’associazione evidenzia che l’adozione da parte delle piattaforme social di misure di penalizzazione nei confronti degli utenti (i.e. permaban, shadowban) non è preceduta da un’istruttoria che garantisca un adeguato livello di coinvolgimento dell’utente sanzionato tanto che, in alcuni casi, quest’ultimo ha una “elevata difficoltà di dialogo con i referenti delle aziende, specie se sostituiti da sistemi automatizzati”.
Con specifico riferimento alle predette misure, il permaban consiste, nei casi più gravi, nella sospensione immediata a tempo indeterminato dell’account, senza possibilità di fare ricorso.
Lo shadowban, diversamente, limita la visibilità di un account per un determinato periodo di tempo nell’ipotesi in cui l’utente abbia violato le linee guida della community o pubblicato contenuti inappropriati (i.e. contenuti sessualmente espliciti o violenti). In tal caso, tuttavia, l’utente non riceve alcun avviso e indicazione su quando o come poter ripristinare la visibilità.
Le conseguenze delle sanzioni sopra citate sono di notevole impatto per l’attività professionale dei creator atteso che l’account social colpito dalle descritte limitazioni è lo strumento di lavoro utilizzato in via primaria ed essenziale per lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Pertanto, Assoinfluencer ha proposto di: i) valutare iniziative volte a garantire che le società proprietarie delle piattaforme social predispongano delle procedure trasparenti ed eque, anche attraverso la conclusione di partnership volte a creare protocolli semplificati per la gestione delle criticità dei soggetti rappresentati; ii) promuovere iniziative utili a garantire il raggiungimento di accordi tra le collecting society e le società proprietarie di piattaforme attraverso il coinvolgimento dei rappresentanti di tutte le categorie interessate.
La seconda proposta, riassunta nell’espressione “time to rest”, mira ad introdurre una funzione, in ogni piattaforma social, che consenta di non considerare inattivo l’account per un determinato numero di giorni, anche in periodi di effettiva inattività, al fine di non provocare penalizzazioni in termini di indicizzazione, monetizzazione etc.
Infatti, l’inattività dell’account potrebbe generare una diminuzione del livello di engagement o una penalizzazione da parte dell’algoritmo della piattaforma che promuove i profili più attivi.
Pertanto, la richiesta dell’associazione è l’istituzione di un tavolo tecnico presso il Ministero di competenza che, mediante accordi con le società proprietarie delle piattaforme social ed i rappresentanti dei professionisti del settore, provveda alla creazione di questo o un ulteriore strumento volto a tutelare l’integrità psico-fisica dei professionisti interessati.
L’audizione parlamentare in esame si inserisce in un crescente processo di dialogo istituzionale volto a comprendere il perimetro giuridico in cui operano i professionisti della creator economy, un mercato in continua crescita.
L’auspicio è quello di utilizzare gli strumenti forniti dal Legislatore per regolamentare il settore di riferimento e, laddove necessario, creare strumenti e normative volte a disciplinare in maniera più incisiva il lavoro tramite piattaforma.