Come si dimostra (e si contesta) l’utilizzo abusivo della carta carburante
Con la recente sentenza n. 7467/2023, la Suprema Corte, – nel confermare la legittimità di un licenziamento per giusta causa irrogato ad una dipendente per utilizzo abusivo della carta carburante aziendale, ha ritenuto che in base alle prove documentali e alle indagini tecniche eseguite dal c.t.u, il carburante acquistato dalla lavoratrice in relazione alle caratteristiche di consumo dell’auto aziendale, avrebbe consentito di percorrere 278.094,83 km, a fronte dei 121.155,30 km risultanti dal tachimetro.
Tale evidente sproporzione tra la spesa dichiarata dalla lavoratrice per i rifornimenti di carburante e i chilometri effettivamente percorsi dall’auto aziendale – sempre secondo i giudici di legittimità – non troverebbe altra spiegazione né giustificazione se non quella dell’uso del denaro aziendale per scopi diversi da quelli inerenti all’esecuzione della prestazione.
Non da ultimo in termini di importanza si segnala che la relativa contestazione disciplinare, avvenuta a mesi di distanza dalla consegna dei giustificativi di spesa, è perfettamente legittima e tempestiva: la società si è resa conto della abusiva condotta solamente in sede di redazione del bilancio 2017.
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