En attendant Godot: il termine di decadenza nell’ipotesi di appalto illecito decorre dalla (improbabile) comunicazione scritta del committente
di Angelo Delogu
Abstract
Il contributo esamina un recente orientamento della Corte di Cassazione secondo cui il termine di decadenza in caso di appalto illecito decorre dall’atto scritto con cui il committente comunica al lavoratore la cessazione del rapporto di lavoro. Nel saggio si evidenzia come tale ricostruzione, basata sul principio di tassatività delle ipotesi di decadenza e tesa a favorire il lavoratore onerato, sconti però due elementi di debolezza. Da un lato, è improbabile che il committente indirizzi al dipendente dell’appaltatore un atto equipollente al recesso. Dall’altro lato, nell’ipotesi indicata dalla Corte la necessità dell’impugnativa dell’atto scritto discende già dalla disciplina in materia di licenziamento, di conseguenza la norma sulla decadenza in caso di richiesta di accertamento del rapporto di lavoro in capo a un soggetto diverso dal titolare del contratto viene privata della sua utilità.
The contribution examines a recent orientation of the “Cassazione” Supreme Court according to which the forfeiture term, in case of an illicit procurements, runs from the written act with which the contracting informs the employee of the termination of the employment relationship. The essay highlights how this reconstruction, based on the exhaustiveness principle of the hypothesis of forfeiture and aimed at favoring the burdened employee, however, discounts two elements of weakness. On the one hand, it is unlikely that the contracting person will address the contractor’s employee an act equivalent to withdrawal. On the other hand, in the hypothesis indicated by the Court, the need to challenge the written document already derives from the discipline on dismissal, consequently the rule on forfeiture in the event of a request for verification of the employment relationship on a person other than the holder of the contract is deprived of its usefulness.