Sull’ art. 1 dello Statuto, cinquant’anni dopo
Di Iolanda Piccinini
Abstract
Muovendo dal valore dello Statuto e dall’attualità delle sue ragioni ispiratrici, l’A. ricostruisce il significato della libertà di opinione nei luoghi di lavoro, l’ampiezza dei suoi contenuti e i mezzi di diffusione del pensiero e ne verifica l’importanza con riferimento alle forme in cui oggi si esercita il diritto di critica nei confronti del datore di lavoro, che rientra nella libertà di manifestazione del pensiero.
Lo scritto si sofferma sui limiti del diritto di critica, secondo la giurisprudenza più recente ed alla luce delle nuove forme di espressione consentite dal moltiplicarsi di spazi e canali virtuali oggi disponibili.
L’A. conclude, esprimendo alcune considerazioni sui rapporti tra innovazione tecnologica, nuovi lavori e diffusione del pensiero attraverso la rete internet e sottolineando il profondo mutamento del contesto aziendale, organizzativo, produttivo e tecnologico, del 1970: con specifico riferimento al lavoro a distanza si sottolinea il rischio di isolamento che produce, si ribadisce la dimensione relazionale del lavoro e si auspica il mantenimento di occasioni di incontro e riunione, di comunicazione diretta, di presenza nei luoghi di lavoro, per un reale scambio di idee e di opinioni, a conferma dell’attualità dell’art. 1.
Abstract
Focusing both on the values and on the inspiring ideas of the Statute of Workers, the A. reconstructs the meaning of opinion’s freedom on the workplaces, lighting the breadth of its contents and the means of diffusion of the freethinking.
Besides the A. verifies the relevance of what above, with reference to the forms in which the right to criticize the employer is exercised today as a part of the freedom of expression of thought.
Thus, the paper focuses on the limits of the right of criticism, according to the most recent jurisprudence and in the light of the new forms of expression allowed by the multiplication of virtual spaces and channels available today.
The A. concludes, expressing some considerations on the relationship between technological innovation, new jobs and the diffusion of thought through the internet, underlining the profound organizational, productive changes in the corporates in comparison to the 1970’ context. With specific reference to the smart working, this paper emphasizes the negative consequences of the isolation that it should imply and foster an increasing of the relational dimension of work enhancing opportunities for meeting and reunions, direct communication, presence in the workplace.