Per la Consulta inammissibili i dubbi di legittimità costituzionale del Jobs Act in materia di licenziamenti collettivi
Attraverso un comunicato stampa diramato nella giornata del 4 Novembre, la Consulta ha informato di aver ritenuto inammissibili le questioni di costituzionalità sulla disciplina dei licenziamenti collettivi contenuta nel Jobs Act.
La vicenda processuale trae origine dalla Corte d’Appello di Napoli che, trovandosi a dover decidere su un licenziamento collettivo che vedeva coinvolti sia lavoratori assunti dopo il 7 Marzo 2015 e quindi soggetti alle tutele crescenti del D.Lgs. n. 23/2015, sia lavoratori tutelati dall’art. 18 L. n. 300/1970, ha emanato due ordinanze di rimessione (una comunitaria, l’altra costituzionale) con altrettante questioni pregiudiziali, ritenendo il complesso di tutele predisposto dal Jobs Act in materia di licenziamenti collettivi «irragionevolmente inadeguato per efficacia deterrente e capacità di ristorare il danno effettivo subito dal lavoratore».
L’inadeguatezza e la sproporzione rilevata dal giudice di seconde cure derivano dal fatto che il D.Lgs 23/2015 non prevede la tutela reintegratoria nel caso di violazioni procedurali di licenziamento collettivo o non corretta applicazione dei criteri di scelta previsti dalla contrattazione collettiva o, in mancanza, dalla legge.
A parere dei giudici di Napoli, inoltre, a compensare l’assenza di reintegra non è neppure sufficiente l’innalzamento delle mensilità massime riconosciute a titolo di indennizzo, passate da 24 a 36 a seguito del D.L. n. 87/2018.
A tal proposito, viene rilevato come altro elemento di sproporzione rispetto alla disciplina dello Statuto riguardi il calcolo dell’indennizzo, in quanto parametrato alla retribuzione utile al Tfr e non alla retribuzione globale di fatto, come previsto dall’articolo 18. Da ciò, l’ulteriore rischio di importanti differenze economiche tra i lavoratori soggetti a diversi regimi.
Le suesposte questioni sollevate dalla corte territoriale non sono state, tuttavia, ritenute sufficienti dalla Consulta per dichiarare la disciplina dei licenziamenti collettivi del Jobs Act costituzionalmente illegittima e, in attesa delle motivazioni che saranno pubblicate tra qualche settimana, a parere di chi scrive, tale orientamento trae origine da una recente sentenza della stessa Corte Costituzionale (sent. n. 194/2018) con cui i giudici costituzionali, essendo stati chiamati a decidere sulla legittimità della contemporanea esistenza di un doppio sistema di tutele (anche in quel caso Jobs Act e Statuto dei Lavoratori) hanno evidenziato come sia sufficiente considerare il naturale scorrere del tempo per giustificare un trattamento differenziato delle medesime fattispecie.